2010 maggio: Poggio Renatico – Ferrara – Delta del Po – Pomposa

La gita 2020 ha fatto scalo:

  • al COFA (Comando Operativo Forze Aeree) di Poggio Renatico (FE)
  • a Ferrara
  • al Delta del Po
  • all’Abbazia di Pomposa

Gita un po’ particolare, quella del 6 e 7 maggio 2010. Particolare perché siamo passati da un mondo in cui gli strumenti elettronici dovuti al genio umano sono spinti al massimo della modernità ed efficienza, a luoghi in cui la vita scorre tranquilla da secoli e che per fortuna l’uomo ha saputo conservare: e quindi dal COFA al delta del Po, con in mezzo la città degli Estensi, quella città che è ancora a misura d’uomo (e di bicicletta soprattutto) e che custodisce gelosamente tesori d’altri tempi.

Siamo partiti prestino direzione Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, che si manifesta già da lontano con i due enormi radome bianchi posti a protezione dei radar e degli strumenti di comunicazione. E sì! perché la base di Poggio Renatico è sostanzialmente un centro di comando e controllo grazie alle enormi capacità informatiche e di telecomunicazioni che le conferiscono la totale possibilità di gestire operazioni aeree sia nella normale attività addestrativa, sia in caso di impegno reale.

A tal fine Poggio Renatico è sede del COFA (Comando Operativo Forze Aeree) dell’Aeronautica Militare Italiana e del CAOC-5 (Combined Air Operation Center 5) che è una branca della NATO.

La protezione del sito è massima: sale comando/comunicazione/controllo e le sale operative si trovano nei tre piani sotterranei che ne garantiscono la sicurezza. Dal COFA sono coordinati anche gli assetti che operano “fuori area” e le operazioni SAR.

Siamo accolti da un ufficiale della base che, dopo la consegna dei pass e la foto ricordo con l’ F-104 Starfighter, ci accompagna in sala briefing, dove avviene lo scambio di crest e sono illustrate le attività del COFA e del CAOC-5. Divisi poi in due gruppi, ci trasferiamo nella zona sottostante per la visita alle sale operative.

Spostandoci all’esterno dei fabbricati della base possiamo vedere altri aerei precedentemente in dotazione alla nostra Aeronautica Militare: un Mb-326, un elicottero Agusta-Bell AB.47J e un missile Nike Hercules.

Pranzo alla mensa della base e poi partenza per Ferrara, verso l’Hotel Touring, che ci ospiterà per la notte; è un albergo al centro della città, a due passi dal Castello Estense, che visitiamo accompagnati da una guida turistica. Camminando su quell’acciottolato particolare che contraddistingue alcune strade del centro storico, arriviamo al Palazzo Diamanti, che colpisce per le facciate a bugnato. Il palazzo ospita la mostra “da Braque e Kandinsky a Chagall”.

Kandinsky, Bonnard, Matisse, Léger, Braque, Chagall, Duchamp, Miró, Calder, Giacometti e molti altri geni dell’arte del Novecento raccontano in questa mostra, con i loro capolavori, cinquanta anni di pittura e di scultura di straordinaria qualità, che vanno dall’inizio degli anni Venti agli anni Sessanta e, insieme, narrano la storia di un grande protagonista della scena artistica del XX secolo: Aimé Maeght, fondatore a Parigi di una delle gallerie più innovative, e animatore di questi artisti e di tanti altri ancora, tra i quali Miró e Calder.

Cena con menù tipico ferrarese al ristorante Ca’ d’ Frara, con pinzini accompagnati da salumi, cappellacci, lonzino al forno con contorni e dolci locali.

Prima di tornare in hotel, per smaltire le calorie accumulate, facciamo una passeggiata per la Ferrara by night, con sosta sotto la statua di Gerolamo Savonarola, dove fotografiamo il nostro Benito in posa sul piedistallo e con un viso soddisfatto: che abbia trovato un suo lontano antenato? Mah, non lo sapremo mai!

L’indomani partenza per Gorino, sul delta del Po, dove incontriamo un collega di università di Gianluigi, il naturalista professor Federico L. Montanari, che sarà la nostra guida preziosa e che ci illustrerà, con competenza e semplicità, le caratteristiche di un ambiente tanto particolare e insolito.

Abbiamo vissuto la vita del fiume attraverso alcune tappe, che abbiamo raggiunto con la Rodry, una motonave appositamente predisposta.

L’ecosistema del delta è ricco e variegato per quanto riguarda la flora, la fauna e l’ambiente; lo arricchiscono tante specie marine: cefali, orate, branzini, cozze, ostriche, vongole veraci e gamberi di valle.

Si osservano aironi bianchi, falchi, poiane che si muovono tra isole, scanni, canneti e il mare.

Ambiente, dicevamo, davvero unico, non guastato dalla mano dell’uomo che si è limitato a pochissime costruzioni; fra queste la Lanterna Vecchia, costruita nel 1864 per offrire un punto di riferimento ai marinai e trasformata in osservatorio naturalistico. Nel 1951 fu sostituita dal Faro di Goro, torre a base cilindrica alta 22 metri con un fascio di luce visibile fino a 10 km e che si trova sulla parte più esterna dell’Isola dell’Amore, una striscia di sabbia isolata chiamata Scanno del Faro. L’Isola dell’Amore è un recentissimo lembo di terra emerso come conseguenza dell’avanzamento del delta del Po ed è rifugio per i numerosi volatili, molto frequentato dai birdwatcher.

Dopo il pranzo presso il bar-ristorante “La Lanterna”, sull’Isola dell’Amore, a base ovviamente di prodotti locali, è continuata la navigazione sul delta, attraversando anche alcune chiuse e poi siamo ritornati al parcheggio del pullman, a Gorino.

Considerato che rimaneva tempo, abbiamo deciso di fermarci, nel viaggio di ritorno, a Pomposa, per una visita all’abbazia che tutti conoscevamo, ma che fa sempre piacere rivedere.

A proposito di Pomposa, ricordo una gita per una manifestazione aerea a Rivolto o ad Aviano, nei primi anni ottanta. Avevamo deciso, al ritorno, di fermarci a Pomposa, godendo dell’ombra della zona, per uno spuntino, una merenda, dato che parecchi soci avevano ancora salame, lonza (non affettata, è…! pezzi interi) pane e vino di casa (se ricordo bene, l’acqua era stranamente evaporata, forse per il troppo  caldo); fette “sorte“, quindi “panoni” più che panini, e chi ti arriva? Una quantità immensa di zanzare che apprezzava sia il nostro cibo sia la nostra epidermide; erano tante, grosse, fastidiose da morire, per cui abbiamo dovuto interrompere la merenda e ritornare nel pullman per il rientro Senigallia. Che poi, è quello che abbiamo fatto anche in questa gita, ma stavolta senza le zanzare: ritorno a casa dopo un paio di giorni di full immersion tra tecnica, storia, arte e natura.

Foto di gruppo sotto il gate guardian
Lo scambio del crest