2019 maggio: Matera, Bari, Trani, Manfredonia e Amendola
Dopo avere visitato la magnifica capitale della cultura europea 2019, il tour ha fatto tappa al Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari, poi a Trani, per visitare la stupenda cattedrale romanica a picco sul mare, al Museo dei Pompieri di Manfredonia e finire con il clou: la visita alla base dell’Aeronautica Militare Italiana di Amendola (FG), sede del 32° stormo che ha in dotazione gli F-35 e i Predator.
La gita 2019 ha fatto scalo a:
- la Capitale della Cultura Europea 2019: Matera
- il Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari
- la Cattedrale romanica di Trani
- il Museo dei Pompieri di Manfredonia
- la sede del 32° Stormo di Amendola FG
La gita annuale è nata con l’intenzione di evidenziare elementi che caratterizzano le due regioni scelte: la Basilicata, proprio nell’anno in cui Matera è capitale europea della cultura, e la Puglia, che in campo aeronautico ha sempre ospitato basi storicamente importanti.
Non siamo partiti proprio benissimo; Gianluigi non aveva troppa voglia di collaborare nella preparazione del viaggio e allora ha pensato bene di cadere da un albero e di rompersi un po’ (ma solo un po’, per fortuna) la schiena. Ammetto comunque che è stato, pur dal suo letto di dolore, di grande aiuto per portare a termine la preparazione della gita, soprattutto per i contatti tenuti con i responsabili dell’aeroporto di Amendola.
Organizziamo il tutto con qualche difficoltà nel trovare un adeguato numero di camere disponibili, ma finalmente il 7 maggio si parte per i tre giorni, con ai comandi del pullman, come sempre, la nostra Silvia.
Facciamo salire alcuni soci del maceratese e del fermano e poi una lunga tirata, con una sosta dalle parti di Poggio Imperiale per rispettare le norme di sicurezza sulla guida del pullman. Il pranzo, come stabilito nei giorni precedenti, è previsto per le ore 13, orario concordato con i gestori del ristorante “Il Varrese” di Canosa. Durante il viaggio non è mancata qualche preoccupazione perché, nonostante i ripetuti tentativi, non siamo riusciti a parlare con il ristorante per comunicare ai responsabili la nostra posizione, come stabilito, affinché al nostro arrivo tutto fosse pronto e potessimo pranzare immediatamente. Eravamo davvero preoccupati perché nessuno ci rispondeva; e quindi succede che, quando arriviamo, le portate non sono ancora pronte e dobbiamo perdere tanto tempo che avremmo preferito dedicare alla visita di Matera. Comunque tutto si sistema e mangiamo peraltro molto bene. A Matera ci aspetta Lia , la simpatica guida che ci illustra le bellezze e gli scorci più caratteristici. Il tempo è tiranno, ma riusciamo comunque ad avere un’idea di questa straordinaria città sciamando tra vicoli, scale salite… Matera è una città non facile da descrivere; va semplicemente vista per coglierne almeno gli aspetti più importanti.
Percorrendo l’aspro territorio della Murgia, si torna verso Bari; alloggiamo all’ l’Hotel Ibis Style di Giovinazzo, a nord del capoluogo e a due passi dal mare. Buona cena, passeggiata nel parco e riposo notturno; una ricca colazione fa da preludio ad una giornata impegnativa. Prima tappa al Sacrario dei Caduti d’Oltremare a Bari, una struttura imponente in cui sono sepolti 75.000 caduti. Alcuni dei soci, grazie anche alla disponibilità del personale militare, vanno alla ricerca della sepoltura di loro parenti; tra gli altri ci si sofferma davanti al sacello con i resti di Giorgio Bozzi, pilota deceduto nella Seconda Guerra Mondiale.
Seguono la visita al ricco museo del sacrario e lo scambio di crest. Ci piace ricordare anche l’incontro che Norberto Zazzarini ha avuto con il fratello che abita a Bari: una bella occasione per rafforzare i legami familiari.
È mentre siamo salutando i responsabili del Sacrario, passano basse le Frecce Tricolori che stanno facendo le prove per la manifestazione in occasione della festa del patrono San Nicola. Qualcuno propone un cambio di programma e di assistere all”esibizione delle Frecce, ma si decide per la continuazione del viaggio visti gli impegni assunti.
Si parte quindi per Trani dove abbiamo l’opportunità di visitare la splendida cattedrale con una guida d’eccezione: don Mauro, il rettore, di cui apprezziamo la preparazione storico-artistica e la chiarezza espositiva (e ci ha detto che conosce molto bene Senigallia, dove ha degli amici).
Un gruppetto di “intrepidi” sale in cima al campanile, mentre tutti gli altri, gli “stracchi”, passeggiano lentamente fino al ristorante “Acqua e Farina”, che ha apparecchiato i nostri tavoli all’esterno, proprio di fronte al porto. Un buon pranzo di pesce, al termine del quale alcune signore scoprono che non lontano dal ristorante c’è un forno che produce ottime specialità locali; è un po’ un assalto ai forni di manzoniana memoria. Il ragazzo di bottega è impegnato in un estraniante tour ciclistico ristorante-forno-ristorante fino a che, per sua fortuna, i taralli terminano.
Con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia si parte per Manfredonia; il panorama è ricco di saline e di terre coltivate e, sullo sfondo, fa mostra di sé la maestosa quinta del Gargano. Con qualche difficoltà riusciamo a individuare il Museo dei Pompieri (che comprende anche una sezione dedicata alla Cri); un museo privato nato grazie all’impegno di Michele Guerra, piccolo imprenditore che ha creato una struttura straordinariamente ricca di mezzi, materiali, reperti e divise in un immenso ambiente curatissimo. Michele, con il suo staff, ci accoglie con un caffè e poi ci illustra tutte le sale, con spiegazioni che tengono alta l’attenzione degli adulti e dei bambini. Davvero una bella sorpresa, questo museo, gradevole da visitare grazie anche alla capacità comunicative di Michele; se non avessimo forzato un po’ la mano, saremmo stati con lui, che è un grande affabulatore, fino a notte inoltrata.
E finalmente arriviamo a Manfredonia. Benito, che a lungo ha operato presso il vicino aeroporto di Amendola, ci fa da cicerone mentre attraversiamo la città e la periferia. Ci meraviglia favorevolmente l’albergo scelto: sapevamo che era un buon albergo, ma non ci aspettavamo una struttura tanto elegante, isolata rispetto al traffico e ai rumori della città, con un parco davvero bello e ben tenuto e con tanto di piscine.
L’indomani partenza per Amendola, sede del 32° Stormo dotato di F-35 e di aerei a pilotaggio remoto Predator.
Purtroppo il comandante Marzinotto è impegnato in un incontro ad alto livello e non può riceverci in mattinata come previsto dal programma. Ci accompagna il luogotenente Potenza, che ci fa da guida nel museo della base.
E poi visita alla zona sorvegliatissima degli F-35 di cui riusciamo a vedere in un hangar, e a una certa distanza, un esemplare. Ci è proibito fare foto per ragioni di riservatezza; ne sarà scattata solo una di gruppo dal luogotenente con il suo cellulare e ci sarà inviata giorni dopo, superati i controlli di sicurezza; peccato che dell’aereo non si veda quasi nulla. Forse vale la pena di ricordare che poche settimane dopo il nostro socio Arnaldo ha fotografato in volo, nel corso di una manifestazione aerea, un F-35 di Amendola con tutti i portelloni aperti… vabbè…
Ci trasferiamo nell’hangar dei Predator, aerei a pilotaggio remoto, in cui un giovane pilota ci descrive con grande dovizia di particolari l’attività che il suo reparto svolge quotidianamente, con voli anche a migliaia di chilometri di distanza. Un po’ tutti lo subìssiamo di domande e il tenente, con grande disponibilità, risponde sempre gentilmente. Pranziamo in mensa e ci disponiamo ad aspettare il comandante, che però è ancora occupato. Molti di noi ne approfittano per fotografare i vecchi aerei disposti sul prato. Intanto nasce un problema; dobbiamo arrivare a Senigallia entro un’ora precisa (non ricordo quale) in quanto la guida di pullman prevede limiti di chilometraggio e di tempi. Proviamo a insistere e finalmente c’è un breve incontro con il comandante Marzinotto, con scambio di crest. Si riparte immediatamente, sosta a metà strada, ci imbattiamo poi, in autostrada, in un incidente che per nostra fortuna era stato appena risolto e, giusto in linea con quanto previsto dal codice della strada, arriviamo a Senigallia.
Saluti, con la mente già rivolta alla gita successiva, ovviamente senza nemmeno immaginare quello che sarebbe successo con la pandemia.
Ma ripartiremo…










Hanno detto di noi: