2014 maggio: Valdobbiadene, Treviso, Istrana e Nervesa della Battaglia

La gita di maggio 2014 ha toccato le seguenti località:

  • Valdobbiadene con la visita alla Cantina Bortolomiol
  • Visita alla città di Treviso e alla mostra sulle magie dell’India alla Casa dei Carraresi
  • 51° Stormo di Istrana
  • La “Jonathan Collection – Aerei Storici Famosi” di Nervesa della Battaglia 

Una gita, quella del 18 e 19 maggio 2014, tutta dedicata alla “Marca Trevigiana”, una combinazione di paesaggi, arte, storia, bellezze naturali e una delle culle dell’aeronautica italiana: sicuramente una terra ricca di suggestioni.

Partenza dal solito luogo, zona ufficio delle imposte, alle 7.30, transito veloce nella zona del Bosco della Mesola e poi visita alla Cantina Bortolomiol.

Situata al centro di Valdobbiadene, è un’oasi di bellezza e vi si respira un’aria carica di storie e di passione per il vino. Ci troviamo nel cuore del paese, nel Parco della Filandetta, dove insiste una struttura restaurata nel rispetto dell’archeologia industriale e che comprende il vigneto biologico, il centro di vinificazione delle uve e la vera e propria struttura della filanda, con grandi vetrate che illuminano l’ampia sala esposizione e degustazione dei vini, nella quale è proposta una grande collezione di prosecco, dal più tradizionale al più innovativo.

Qui nulla è lasciato al caso; attenta e curata l’accoglienza del personale della struttura, disponibile a soddisfare le nostre domande e curiosità e a fornire suggerimenti sui vini da “tastare”: davvero un ottimo aperitivo per un successivo pasto veloce con salumi e formaggi locali, annaffiati da un vino gustoso che abbiamo consumato nella gradinata del giardino.

Da alcune foto risulta che buona parte dei gitanti è poi salita sul pullman con dei contenitori: non è difficile immaginare cosa ci fosse all’interno e questo mi fa venire in mente un qualcosa che è successo durante una manifestazione aerea ad Aviano, attorno agli anni ‘80. Come tradizione, per calmare la calura estiva, gli avieri americani avevano organizzato molti banchetti per vendere lattine di Budweiser originali; ma quel giorno pioveva e non era affatto caldo per cui non sapevano cosa fare di tutte quelle casse. Non ricordo chi, ma uno dei nostri iniziò una lunga trattativa con gli americani per acquistarle a prezzo scontato ed essi, pur di sbarazzarsene, ci vendettero 180 casse di birra che finirono con l’occupare completamente il bagagliaio del pullman. Una volta a Senigallia abbiamo scaricato tutto a casa di Gustin Bonvini dove, nei giorni successivi, siamo andati a recuperare le lattine.

Radunati con qualche piccola difficoltà i gitanti, partenza per Treviso di cui ammiriamo subito la porta di San Tommaso, la più maestosa ed elegante delle tre porte della città, costruita nel 1518 e nel cui arco centrale appare la scritta “La porta di San Tommaso protegga chi entra e chi esce” in latino nelle parte interna e in dialetto veneto in quella esterna, per rimarcare la differenza tra la cultura aristocratica del centro e la campagna.

Prima sosta davanti al Duomo, il principale luogo di culto della città, che per forme e stile richiama i templi greci e romani, con la maestosa facciata con un’ampia scalinata che sorregge 6 imponenti colonne; all’interno numerose opere, compresa l’Annunciazione di Tiziano.

Arriviamo poi al complesso delle Chiese di Santa Lucia e San Vito (la cui storia è strettamente legata alle vicende di Venezia), ricche di bassorilievi, altorilievi e affreschi, tra i quali le scene della passione di Cristo che riportano al vero punto focale dell’opera: la crocifissione di Gesù, che si sviluppa su una grande superficie.

Poi via verso Piazza dei Signori, il vero centro di Treviso (non senza avere prima tastato, come da tradizione, la Fontana delle Tette) e siamo subito alla casa dei Carraresi, che da anni è sede di grandi mostre e che al momento ospita la mostra “Magie dell’India”; elementi architettonici, miniature, fotografie d’epoca, oggetti di uso rituale e quotidiano, costumi, tessuti, gioielli, statue e bassorilievi sono collocati in un contesto scenografico che ricrea gli ambienti originari con l’obiettivo di ricostruire le tappe fondamentali della civiltà indiana dal II millennio a.c. all’epoca dei Maharaja.

Riprendiamo per pochi minuti il pullman e raggiungiamo l’hotel “Al Giardino” dove abbiamo pernottato. Dopo l’assegnazione delle camere ci si ritrova per andare tutti insieme al vicino ristorante “La Pignata” dove trascorriamo il resto della serata.

L’indomani, poco prima delle 9, arriviamo all’aeroporto di Istrana sede del 51° Stormo fin dalla sua apertura nel 1953, intitolato alla memoria del sergente Ferruccio Serafini e al momento della visita equipaggiato con gli AMX.

Siamo accolti dal Cap. Roberto Manzo con il tradizionale caffè; ci accompagna poi in sala briefing per la visione di alcuni filmati e per conoscere storia e attività del reparto, e infine tutti al Circolo Ufficiali dove, alla presenza del Comandante dello Stormo, il Col. Mauro Lunardi, viene ricordato il maresciallo Italo Rossini, nostro presidente e da sempre pilota al 51° Stormo con il nominativo Tigre 15, nonché fanalino di coda della pattuglia acrobatica delle “Tigri Bianche”. Purtroppo l’età avanzata non gli ha permesso di partecipare al viaggio, ma viene comunque proiettato un video con un emozionante saluto preregistrato da Italo Rossini. Un bel momento per ricordare chi, in tempo di guerra e in tempo di pace, ha tenuto sempre alto l’onore del 51°.

Sono seguite le visite alla linea di volo, al centro meteo e poi il pranzo al Circolo Ufficiali. Ci ha fatto piacere constatare che uno dei piazzali della base è intitolato a un grande amico di Italo, il pilota Walter Omiccioli, Tigre 18, che con Italo ha a lungo operato e che è stato il padrino di battesimo della figlia Floriana, che era in gita con noi. Era presente anche il Gen. Marchesi che serba un ottimo ricordo dell’uomo e del pilota Rossini.

Saluti finali, foto di gruppo e poi si parte per Nervesa della Battaglia, per gli ultimi due appuntamenti della giornata.

Dapprima ci soffermiamo presso il “Cippo Baracca”, un tempietto sul Montello dove cadde il pilota più famoso della Prima Guerra Mondiale. Ultima tappa della giornata sempre a Nervesa della Battaglia (città totalmente distrutta nella grande guerra) per la visita alla “Jonathan Collection” che ha sede nell’aviosuperficie Francesco Baracca, ai bordi del Piave, nella zona in cui si svolsero le grandi battaglie del 1918 che portarono alla vittoria. Il campo è proprio ai piedi della collina su cui si erge maestoso il Sacrario Militare del Montello che raccoglie le spoglie di quasi 10.000 soldati italiani. La “Jonathan Collection” https://www.jonathanaereistorici.it/ è davvero la creatura di Giancarlo Zanardo, pilota per passione e con all’attivo un gran numero di raid con aerei storici nonché artigiano raffinato che costruisce copie volanti di aerei della 1ª Guerra Mondiale. Gli aerei sono ricoverati  nell’Hangar Bessoneau, l’unico esistente che proprio a quel periodo risale e che è un tipico esempio di architettura aeroportuale dei primordi dell’aviazione.

Per il nome “Jonathan Collection” Zanardo si è ispirato al romanzo di Richard Bach “Il Gabbiano Jonathan Livingston” che, proprio come lui, amava il volo per quello che è, senza secondi fini, per pura passione.

Lo stesso Zanardo ci fa da guida tra i numerosi aerei storici e poi, chicca finale, si alzano in volo un De Havilland Tiger Moth biplano e un triplano Fokker Dr.1 costruito (e in questo caso anche pilotato) da Zanardo, a rappresentare l’aereo del famoso Barone Rosso.

E poi, tutti a casa. Mi piace concludere la storia di questa gita con le stesse parole con cui si conclude la pubblicazione che in occasione degli auguri natalizi del 2014 è stata offerta ai soci del gruppo “Aviatori Senigalliesi”: <Idealmente presente, per la visita al suo Stormo anche il nostro Presidente, Italo Rossini, detto Ciarnin>.

Foto di gruppo all’ingresso del 51°
Foto di gruppo all’ingresso del 51°
Foto di gruppo alla Fondazione Jonathan Collection