2012, 29 giugno/2 luglio: Duxdorf (Inghilterra)
FLIGHT LEGENDS 2012
Da un po’ di tempo pensavamo di andare a Duxford, in Inghilterra, per assistere alla grande manifestazione con aerei storici che si sarebbe tenuta il 30 giugno e il primo luglio 2012.
La voce comincia a girare e allora Mauro si occupa di contattare un tour operator che, regolarmente, organizza in tutta Europa viaggi proprio in occasioni di manifestazioni aeree.
C’è un fitto scambio di mail, ma alla fine si arriva alla conclusione che è decisamente meno costoso muoversi in autonomia. Mauro, Francesco e Maurizio prendono l’iniziativa di organizzare il tutto.
Pubblicizziamo l’iniziativa nell’ambiente aeronautico senigalliese, sostenuti dagli amici del gruppo “Aviatori Senigalliesi” e Gianluigi e Norberto decidono di considerare questa sulla quale stiamo discutendo come gita sociale del 2012.
Il gruppo organizzatore lavora in buon accordo; si stabiliscono gli orari di viaggio, si individua l’hotel e si decide quali tipi di biglietti acquistare. Ognuno provvederà in autonomia per l’acquisto dei biglietti aerei, mentre Francesco si occuperà dell’acquisto dei biglietti per la manifestazione, dell’affitto delle auto e della prenotazione dell’hotel. E finalmente il gruppo si forma; hanno deciso di partecipare Maurizio Bagnarelli, Filippo Cicconi Massi, Francesco Ciccotti, Francesco Giacchella, Lamberto Micci, Benito Pantaloni più uno, Mauro Petrucci e Tarcisio Sartini.
Il 29 giugno 2012 inizia l’avventura; ci incontriamo con gli altri (Maurizio Francesco e Mauro hanno una gradita autista, Luciana, la moglie di Maurizio che li accompagna a Falconara), check-in e partenza con un 737 della Ryanair. Volo tranquillo, vediamo benissimo Venezia e poco oltre le piste dell’aeroporto di Istrana. Atterraggio perfetto e in orario a Stansted. Terminate le procedure di sbarco, andiamo al parcheggio delle auto e poi via per l’hotel Holiday Inn Express, con i due autisti Francesco e Maurizio che se la cavano egregiamente con la guida a sinistra. Poiché in zona ci sono due hotel di quella catena, ovviamente noi ci dirigiamo verso quello sbagliato; giriamo un po’ per la brughiera inglese e, quando già era balenata l’idea di chiedere asilo a Her Majesty Elisabeth II, arriviamo all’hotel giusto, dove ci aspetta Tarcisio che si era imbarcato a Orio al Serio. Ci sistemiamo e andiamo a cena nel vicino pub “The Brook” dove, oltre a mangiare e a bere un po’ di birra, organizziamo il piano di battaglia per godere al meglio la manifestazione. L’indomani colazione e partenza per Duxford, mezz’ora di auto, poi si entra in un enorme parcheggio.
L’aeroporto di Duxford nacque per le esigenze della 1ª guerra mondiale e fu utilizzato anche nella Battaglia d’Inghilterra. Alla pista in erba (tuttora pienamente efficiente e impiegata dalla gran parte degli aerei della manifestazione) fu affiancata nel dopoguerra una pista in cemento per permettere l’operatività degli squadron di Gloster Meteor prima e di Hawker Hunter successivamente. Quando questo velivolo fu ritirato dalla linea, la RAF donò. l’aeroporto all’Imperial War Museum, il più grande museo della RAF che si articola su una superficie molto ampia con 6 grandi padiglioni ricavati da altrettanti hangar, con centinaia di velivoli (inglesi e catturati al nemico nel corso delle guerre) perfettamente conservati, molti dei quali in grado di volare. Come esempio, sono presenti Mosquito, Lysander, Lancaster, Lightning, Canberra, Vulcan, Hurricane, Swordfish, Spitfire, Sunderland, Oxford, Anson, Harrier e Buccaneer, oltre ad aerei civili tra i quali un Concorde, che è possibile visitare.
Per la prima giornata abbiamo scelto di acquistare il “Gold pass” (75 sterline) che ci permette di accedere ad una zona riservata e con posti a sedere. Magari il biglietto è un po’ caro, ma tenuto conto di quello che avremmo visto ne valeva davvero la pena. Facciamo per entrare in aeroporto e… chi c’è al gate? Ma c’è Jonathan, che, sentendoci parlare italiano, si intrattiene con noi e ci dice in anglo-fanese che lui conosce bene Senigallia, in quanto ha sposato una ragazza di Fano e tutte le estati va a Carignano.
C’è già tanto movimento, ma siamo immediatamente colpiti da un B-17, la fortezza volante, splendidamente mantenuto e in perfette condizioni di volo. Facciamo una lunga passeggiata per raggiungere la nostra postazione che ci permette di percorrere l’infinita linea di volo passando proprio vicinissimi agli aerei. Tutto ci incuriosisce, ma in particolare alcuni potenti motori (quali il Merlin e Il Griffon) montati su carrelli che sono messi in moto a intervalli per farne sentire il suono (non lo si può definire un rumore). Lungo il percorso ci sono tante postazioni che rappresentano quadri di vita di un aeroporto inglese della Seconda Guerra Mondiale, con materiali e strumenti originali: la postazione sanitaria con l’ambulanza, un palco in cui si balla al suono di canzoni d’epoca, un signore in tutto e per tutto identico a Churchill con regolare sigaro d’ordinanza e tanti comuni cittadini inglesi con divise dell’epoca.
Particolarmente interessante la rappresentazione fedelissima di una centrale di combattimento da cui erano diretti i caccia inglesi per intercettare gli aerei tedeschi durante la battaglia d’Inghilterra. Pranziamo con panini acquistati in uno dei 1000 stands e ci sediamo per assistere ai voli che iniziano alle 14 e termineranno alle 17.30; non c’è un momento di pausa e vola di tutto, anche aerei rarissimi, e dopo l’atterraggio tutti sfilano davanti alla nostra postazione per andare a parcheggiare. Non è possibile descrivere e citare tutti gli aerei; se però digitate su YouTube “Flights Legends 2012 – Duxford” troverete tanti filmati sulla manifestazione. Mi piace citare solo due momenti: il passaggio di un bombardiere Lancaster scortato da un Hurricane e da uno Spitfire (sostanzialmente i tre aerei che hanno prima salvato l’Inghilterra e poi le hanno consentito di vincere la guerra) e gli ultimi minuti delle manifestazione in cui decine e decine di aerei decollati praticamente insieme hanno sorvolato più volte il campo in varie formazioni: una cosa incredibile, la chiusura straordinaria di una giornata straordinaria (e va notato che gli inglesi chiamano Balbo l’insieme di aerei che sfila). Ritorniamo a Cambridge e andiamo a cena in centro, nella zona dell’università, in un ristorante turco; per il menù seguiamo i consigli di Francesco e di Tarcisio che in Turchia hanno lavorato, ma non è che usciamo facendo capriole dalla gioia per quello che abbiamo mangiato…
Giriamo un po’ per Cambridge e poi in hotel. Il primo luglio torniamo a Duxford, dove è riproposta la stessa manifestazione del giorno precedente; ma noi, pur continuando a godere di voli acrobatici, caccia simulata, passaggi radenti alla pista, decolli e atterraggi mozzafiato, dedichiamo l’intera giornata agli enormi hangar che sono in parte adibiti a museo, in parte sono officine in cui si ricostruiscono con il massimo della fedeltà storica aerei oramai introvabili (tra gli altri stanno ricostruendo un nostro CR-42); è un lavoro certosino svolto soprattutto da associazioni di ex combattenti e di volontari.
Anche in questo caso non è possibile trattare in poche righe l’argomento degli aerei esposti nei musei, vista la quantità immensa di velivoli di tutte le epoche o in fase di ricostruzione. Un intero padiglione del museo è occupato dall’American Air Museum, dedicato alla memoria dei 30.000 aviatori americani caduti in Europa e nelle guerre del dopoguerra. È un edificio moderno e luminoso nel quale è esposta la più grande collezione di velivoli americani al di fuori dagli USA, quali B-17 Flying Fortress, B-24 Liberator, B-25 Mitchell, F-47 Thunderbolt, B-52 Stratofortress, SR-71 Blackbird, F-4 Phantom, A-10 Warthog e decine di altri aerei; gate guardian uno splendido F 15 Eagle.
Un padiglione è dedicato ai veicoli di terra: carri armati, mezzi di trasporto, mezzi corazzati e da sbarco ordinati cronologicamente dalla 1ª guerra mondiale alla guerra del Golfo, passando per la 2ª guerra mondiale e la campagna delle Falklands, una buona parte dei quali in perfetto stato di efficienza.
Anche per questi è opportuno ricorrere a YouTube e digitare “Musei di Duxford”. E nel passare da un hangar all’altro abbiamo continuato a gustare le esibizioni in atto. Quello che colpisce non è solo vedere, ma sentire l’atmosfera creata dai partecipanti; piloti e tecnici sono vestiti con le stesse divise indossate dal personale di terra e di volo negli anni ‘40. Di fianco agli aerei, oltre ai piloti in divisa storica, si muovono guardie armate dei marines in tenuta Normandia 1944 e personale del ponte di volo delle portaerei della US Navy. È quindi possibile immergersi totalmente nella rievocazione storica: sembra davvero di trovarsi su un campo di volo inglese a metà del secolo scorso.
Stanchi, dopo due giornate così, torniamo in hotel e decidiamo di fare quattro lenti passi per trovare un ristorante. Il non aver pensato che era domenica ci è costato caro: tanta strada fatta inutilmente, caviglie a pezzi e abbiamo finito con il dover cenare nel nostro hotel. Il 2 luglio si riparte; consegniamo le auto prese a noleggio, ci imbarchiamo su un volo Ryanair e dopo un paio di ore atterriamo a Falconara. Una bella esperienza, ne valeva davvero la pena!
