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Aviatori Senigalliesi
“Sognare il volo“
Così, con queste parole il nostro indimenticabile fondatore, Gigin Zazzarini (1907-1979) iniziava il racconto della sua vita nel “Diario di volo“.
Questo la ripercorre quando, dal 1933, iniziò una “insignificante attività di propaganda aeronautica“.
Da qui, da questi primi passi degli “Aviatori Senigalliesi” siamo giunti, quasi 80 anni dopo, all’apertura di questo sito web. Vorremmo qui raccogliere, archiviare e presentare, con l’aiuto di tutti le testimonianze, le immagini, i documenti che hanno contrassegnato questi intensi decenni di vita di un sodalizio, che si appresta ora a compiere 80 anni.
Dalla costituzione, poco dopo i primi passi, nel 1934, di una sezione dell’Aereo Club d’Italia (allora RUNA), ai lutti della Seconda Guerra Mondiale, alla ripresa degli anni post bellici, alle “Campane degli Aviatori” (uniche in Italia), alla nostra “Cappella Votiva” dedicata a tutti i caduti del volo ed inaugurata a metà degli anni sessanta.
Fin agli ultraleggeri sperimentali che si libravano in volo alla fine del secolo scorso, ed ancora alla gioie e ai dolori della vita e delle nostre passioni che ci vedono oggi, qui, rendere comunque testimonianza di una storia che sentiamo viva e profonda in tutti noi. Con questo strumento, adeguato ora ai nostri tempi, in rete con il mondo, proviamo a darne testimonianza.
Gennaio 2021
info@aviatorisenigalliesi.it
Il crest degli Aviatori Senigalliesi
Oltre ai magnifici ed insuperabili schizzi ed acquerelli del nostro fondatore, sempre utilizzati per contraddistinguere i due caratteri fondamentali dell’associazione, all’amore per il volo e all’appartenenza a questa terra, si è giunti, alla fine degli anni novanta, a ideare un nostro logo.
Doveva avere caratteri e simboli essenziali specifici sul legame con il volo e con la nostra terra. Le varie idee discusse nel ristretto “direttorio” dell’epoca furono affidate a Livia Mazzufferi, designer che ai tempi era fresca di studi (ISIA di Roma).
Questi i temi essenziali.
L’effigie della Madonna di Loreto, patrona degli aeronauti, per due ricordi particolari; uno del generale Massacesi (durante un volo con l’F 104 per addestrare un giovane ufficiale) e l’altro di Gianluigi Mazzufferi, per un antico ricordo legato al suo istruttore di volo Enzo Mela all’aeroporto di Bologna.
Poi lo stemma delle Frecce Tricolori quale omaggio e ricordo dei tre piloti senigalliesi che ne fecero parte: Italo Rossini con le Tigri Bianche, Mauro Ciceroni con i Getti Tonanti e Stefano Rosa con le Frecce Tricolori (di cui è stato a lungo il “solista”).
Inoltre è presente lo stemma del Comune di Senigallia, a ragione del nostro forte radicamento cittadino.
Infine il simbolo dei tre gabbiani contrassegna, da sempre e con immediatezza, lo sport del volo a vela. L’immagine stilizzata, essenziale rende l’idea dello stile di volo in aliante, dove è preminente il silenzio, l’aspetto più marcato di questa specialità. Tra i piloti storici senigalliesi vi è stata la figura importante di Guido Monaco, grande specialista del settore, che ha formato numerosissimi piloti di alianti. Oltretutto lo spunto per chi ha ha disegnato il logo (curando poi la fabbricazione dei crest, degli adesivi e dei vari simboli) è venuto dal fatto che gli alianti si trovavano al centro degli interessi familiari. Il volo a vela era praticato dal padre, già alla fine degli anni ’60 e il fratello decollò a sedici anni. Quindi entrambi avevano cominciato le loro esperienze di volo, proprio con gli alianti.
Sullo sfondo appare il disegno lievemente accennato con la sigla A S (Aviatori Senigalliesi) e, al centro, il motivo chiave del logo. Tale motivo sarà poi ripreso e utilizzato anche in altre occasioni (come ad es. nelle scritte sulle corone di alloro o negli adesivi chiudi-lettera).